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CONTI CORRENTI: MENTRE LE BANCHE BRINDANO CON 23,8 MILIARDI DI UTILI NETTI, I CORRENTISTI INCASSANO QUALCHE CENTESIMO DI INTERESSI ACCREDITATI,CHE NON COPRONO CENTINAIA DI EURO DI SPESE DI GESTIONE, ANCORA ELEVATISSIME.LA VIOLAZIONE DELL’ART.10 DEL DECRETO BERSANI SUI TASSI,CHE COSTA 195 EURO A CORRENTISTA,SARA’ OGGETTO DI UNA SACROSANTA CLASS ACTION RISARCITORIA.
In un paese normale,quando non si rispettano le leggi,scattano dure sanzioni,anche a carico delle banche che specie in Italia,operando in una zona franca continuano a taglieggiare i correntisti con costi elevati di gestione, tassi più alti media Ue su mutui,prestiti e fidi,zero retribuzioni per i conti correnti. Nonostante l’art.10 del decreto Bersani,obbliga le banche ad un adeguamento automatico dei tassi bancari, debitori e creditori, che devono essere adeguati in contemporanea con le variazioni stabilite dalla Bce, conti correnti e libretti non hanno beneficiato affatto delle cinque decisioni BCE che ha aumentato dell’1,25% il costo del denaro dal giugno 2006. Dalle 5 decisioni BCE (agosto, ottobre e dicembre 2006; marzo e giugno 2007) le banche italiane hanno tempestivamente aumentato il costo del denaro sui mutui, prestiti personali, fidi e finanziamenti, con una stangata di 170 euro al mese (2.040 euro l’anno) su 3,2 milioni di mutuatari, senza aumentare minimamente i tassi sui depositi. L’elusione sistematica dell’art. 10 del decreto Bersani, ha consentito alle banche un guadagno illecito pari a 5,9 miliardi di euro calcolato su un monte depositi di 682 miliardi di euro,ed è costato 197 euro ad ognuno dei 30 milioni di correntisti e depositanti.
Per adrerire alla class action sopra descritta è stato prediasposto un modulo reperibile QUI