giovedì 2 agosto 2007

Aumento prezzi di pane e pasta


Il tormentone dell’estate 2007 non è una canzone, ma la minaccia di aumenti sui prezzi di pane, pasta e dolci, a partire da Settembre.

Secondo l’Unione Industriale Pastai Italiani gli aumenti saranno nell'ordine del 20%.

Alla base dei rincari, secondo quanto riferisce Federalimentare, c’è l'aumento del prezzo dei cereali del 60% nell'ultimo anno che si è ripercosso sulle farine. Ad aggravare la situazione sono i raccolti scarsi, quote crescenti di cereali destinate alla produzione dei biocarburanti e sottratte all'industria alimentare, speculazione finanziaria. Sono queste, secondo le associazioni dell'industria alimentare, le cause dell’aumento dei prezzi dei cereali.

Secondo la Federconsumatori Piemonte Onlus, invece, queste motivazioni non reggono e gli aumenti paventati sono eccessivi. Nel caso della pasta e dei dolci la materia prima influisce sul prezzo in misura molto limitata, il Presidente della Col diretti, Marini, afferma che 3 centesimi per ogni euro vanno a pagare il grano prodotto dagli agricoltori. Sempre lui ci spiega che dal grano al pane il prezzo moltiplica da 13 a 26 volte e per i dolci anche più di 33 volte.

Il costo del grano oggi è lo stesso degli anni ‘80, nel momento in cui il prezzo del grano dopo anni di continui cali subisce un aumento, si cerca di speculare. Oggi però tutti sappiamo che con un chilo di grano (circa 20 centesimi al chilo) si produce con la trasformazione in farina e con l'aggiunta di acqua, un chilo di pane che viene venduto a € 2,50 al chilo per il pane comune fino a più di € 5,00 al chilo per altri tipi di pane….senza parlare dei dolci.

A questo punto è chiaro che il tentativo è quello di speculare ancora una volta colpendo i consumatori su cibi di prima necessità: la dieta mediterranea per gli italiani non è una moda bensì la dieta quotidiana e aumentare il prezzo del pane e della pasta vuol dire gravare su TUTTI i consumatori.

Da questa manovra gli agricoltori non percepiscono maggiori guadagni, i consumatori ci rimettono, resta solo l’industria a ricavarne un guadagno e questo ci sembra assurdo ed ingiustificato.

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