lunedì 7 gennaio 2008

Prezzi e Istat la saga continua


Adusbef e Federconsumatori, dopo i clamorosi errori nella definizione del tasso di inflazione nel 2002, che affermavano addirittura una discesa rispetto all’anno precedente del tasso di inflazione da 2.7 a 2.5, mentre tutte le famiglie italiane soffrivano un pressoché raddoppio dei prezzi in concomitanza con il cambio Euro/Lira a causa di manovre anomale e speculative in assenza di verifiche e controlli con il beneplacito del Governo di allora non vorremmo si ripetesse la stessa storia, cioè che in presenza di massicci aumenti, soprattutto per i beni di largo consumo e per i prodotti energetici, l’inflazione scendesse dal 2.1 del 2006 all’1.8, come oggi recita il comunicato dell’Istat.

Siamo di fronte, quindi, ad una questione molto grave, che va verificata con la massima attenzione, poiché troppo rilevante ed importante è il tasso d’inflazione formale, che fa riferimento a parametri economici fondamentali come i tassi bancari, gli affitti, i rinnovi contrattuali ed infine, cosa delicatissima, la rivalutazione delle pensioni.

Noi riteniamo, e lo confermano i nostri dati a consuntivo nei vari settori del mercato, che il tasso di inflazione nel 2007 sia decisamente più elevato. Si può stimare ben oltre la soglia del 3% (3,4 – 3,5 % su base annua), pari a maggiori spese per 994 euro per le famiglie (senza contare, doverosamente, l’aumento dei mutui a tasso variabile che ha inciso rovinosamente sui bilanci familiari).

Si tratta perciò di riorganizzare finalmente l’Istat, per migliorarne ruoli e funzioni, intervenendo su tre questioni fondamentali:

· voci del paniere e relative scadenze, più aderenti alla reale spesa delle famiglie;

· pesi quantitativi delle voci del paniere, sempre per una migliore aderenza alla realtà familiare;

· assoluta accuratezza delle rilevazioni dei prezzi a livello territoriale. Qui è notevole la discrepanza tra le nostre rilevazioni e quelle ufficiali.


fonte qui


I dati Istat sono ben spiegati qui

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